sabato 16 febbraio 2008

GIULIANO FERRARA - APPELLO, ORA LA MORATORIA PER L’ABORTO

Scritto da Giuliano Ferrara Il 20/12/2007


"C’è anche una pena di morte, legale, che riguarda centinaia di milioni di esseri umani. Le buone coscienze che si rallegrano per il voto dell’Onu ora riflettano sulla strage eugenica, razzista e sessista degli innocenti
Questo è un appello alle buone coscienze che gioiscono per la moratoria sulla pena di morte nel mondo, votata ieri all’Onu da 104 paesi. Rallegriamoci, e facciamo una moratoria per gli aborti. Infatti per ogni pena di morte comminata a un essere umano vivente ci sono mille, diecimila, centomila, milioni di aborti comminati a esseri umani viventi, concepiti nell’amore o nel piacere e poi destinati, in nome di una schizofrenica e grottesca ideologia della salute della Donna, che con la donna in carne e ossa e con la sua speranza di salute e di salvezza non ha niente a che vedere, alla mannaia dell’asportazione chirurgica o a quella del veleno farmacologico via pillola Ru486. Questi esseri umani ai quali procuriamo la morte legale hanno ciascuno la propria struttura cromosomica, unica e irripetibile. Spesso, e in questo caso non li chiamiamo “concepiti” ma “feti”, hanno anche le fattezze e il volto, che sia o no a somiglianza di Dio lo lasciamo decidere alla coscienza individuale, di una persona. Qualche volta, è accaduto di recente a Firenze, queste persone vengono abortite vive, non ce la fanno nonostante ogni loro sforzo, soccombono dopo un regolare battesimo e vengono seppellite nel silenzio. La pena di morte per la cui virtuale moratoria ci si rallegra oggi è di due tipi: conseguente a un giusto processo o a sentenze di giustizia tribale, compresa la sharia. Sono due cose diverse, ovviamente. Ma la nostra buona coscienza ci induce a complimentarci con noi stessi perché non facciamo differenze, e condanniamo in linea di principio la soppressione legale di un essere umano senza guardare ai suoi motivi, che in qualche caso, in molti casi, sono l’aver inflitto la morte ad altri. Bene, anzi male. Il miliardo e più di aborti praticati da quando le legislazioni permettono la famosa interruzione volontaria della gravidanza riguarda persone legalmente innocenti, create e distrutte dal mero potere del desiderio, desiderio di aver figli e di amare e desiderio di non averli e di odiarsi fino al punto di amputarsi dell’amore. E’ lo scandalo supremo del nostro tempo, è una ferita catastrofica che lacera nel profondo le fibre e il possibile incanto della società moderna. E’ oltre tutto, in molte parti del mondo in cui l’aborto è selettivo per sesso, e diventa selettivo per profilo genetico, un capolavoro ideologico di razzismo in marcia con la forza dell’eugenetica. Rallegriamoci dunque, in alto i cuori, e dopo aver promosso la Piccola Moratoria promuoviamo la Grande Moratoria della strage degli innocenti. Si accettano irrisioni, perché le buone coscienze sanno usare l’arma del sarcasmo meglio delle cattive, ma anche adesioni a un appello che parla da solo, illuministicamente, con l’evidenza assoluta e veritativa dei fatti di esperienza e di ragione".

Questo articolo ha riaperto in Italia il dibattito sulla legge 194 del 1978 sull'interruzione della gravidanza.

Il cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per Roma, è intervenuto sulla questione affermando "La legge è di quasi trenta anni fa, e risente anche della grande trasformazione prodotta dal progresso medico e scientifico. Cercare di dare un'interpretazione che la aggiorni a questo progresso, e quindi non la peggiori ma la migliori, è non soltanto lecito ma anche doveroso La questione dell'applicazione di tipo eugenetico di questa legge è enorme, e presenta nodi culturali profondi, relativi all'idea che meriti di essere vissuta solo la vita che è biologicamente sana, biologicamente integra. Ogni persona ha i suoi diritti, e quindi io riconosco che una persona che sui principi non negoziabili abbia un'idea opposta alla mia ha il diritto di proporre le sue posizioni; ma io proporrò le mie, soprattutto se le ritengo positive per l'uomo".

Non si tratterebbe di cancellare la legge, ma di assicurare l'applicazione di alcune sue norme, rimaste lettera morta: pensiamo a quelle relative al funzionamento dei consultori familiari. Grazie poi al progresso che in questi ultimi trent'anni ha fatto la medicina, si è abbassato il limite entro il quale il feto ha più probabilità di sopravvivenza autonoma. Di quì la proposta di riconsiderare la normativa, non permettendo l'aborto oltre le 21 settimane.

Cosa ne pensi?

Lascia un tuo commento.

Nessun commento: