venerdì 22 febbraio 2008

VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE: “uomini speciali” al servizio della gente.


di Giuseppe Pasqualino*



E’ l’una di notte, una notte gelida per i venti di tramontana e gli stivali scricchiolano sulle micro-pozzanghere della strada. Gli occhi fissi sulle scale idrometriche a seguire le escursioni del livello del Volturno, pronti a comunicare alla sala operativa - con la gracchiante radio veicolare - ogni imprevedibile movimento, ogni sensazione di pericolo. Nel silenzio della notte, mentre la gente sogna tranquilla, questi sono gli uomini del volontariato di protezione civile; uomini pronti a partire anche a notte fonda per portare soccorso, gente addestrata ad offrire sicurezza, gesti di solidarietà, altruismo, conforto. Gratuitamente. Perché?
Perché dentro portano la passione per il loro Paese. Perché vibrano all’orgoglio di sentirsi parte importante del tessuto sociale nel momento del bisogno. Perché le scariche d'adrenalina in fondo gonfiano il cuore di gioia, quella gioia del “dare” che non ha paragoni con quella del “ricevere”. L’orgoglio di appartenere ad un esercito di trecentomila “soldati” armati di flabelli, lettighe, lance idrauliche, guanti, moschettoni e tanta, ma tanta disponibilità gratuita.
Non a caso il parlamento italiano ha inteso promuovere il volontariato legiferando specificamente in materia. Nel settore della protezione civile è stato fatto ancora di più: il volontariato, attraverso i loro rappresentanti, siede con pari dignità ai tavoli decisionali in occasione delle piccole, medie e grandi emergenze. Al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile il rappresentante del volontariato è chiamato per contribuire alla pianificazione e gestione delle grandi emergenze. Nei Comitati Operativi Comunali, così come prevede il Metodo Augustus, il coordinatore del volontariato è parte integrante, suggerisce, pianifica, indica scelte. E rispetto agli altri “opera”, “suda”, “resta in piedi anche ventiquattrore”, “non si lamenta mai”, “è sempre pronto a dire sì”, “è sempre disponibile a togliersi la giacca per coprire il bambino, l’anziano, il debole”.
“Non chiederti cosa possa fare per te il tuo Paese, ma chiediti cosa tu possa fare per il tuo Paese”, questa espressione di John Fitzgerald Kennedy, impressa sul suo marmo tombale, a quanto pare, anche oltreoceano, è stata recepita pienamente dagli appartenenti alle organizzazioni di volontariato; il loro contributo è un valore aggiunto per l’intera Nazione, è una solida speranza su cui fondare le prospettive future, è il fermento per lievitare una società più giusta, concreta, attendibile. Loro ce la mettono tutta; e gli altri?

*responsabile dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile del Comune di Santa Maria La Fossa.

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